GAUDENZIO FERRARI
(Valduggia, 1477-80 circa-Milano 1546)
Compianto
1502-1503
tempera su carta incollata su tela e riportata su tavola
in deposito dall’Istituto di Belle Arti di Vercelli, inv. 54
57 x 68 cm

Il prezioso dipinto giovanile del valsesiano Gaudenzio Ferrari, grande innovatore della pittura vercellese, fu acquistato dall’Istituto di Belle Arti di Vercelli dall’antiquario Carlo Gherardi di Torino.

L’opera è realizzata su carta applicata su tela e quindi su tavola. Il soggetto è liberamente tratto da una tavola del Perugino del 1495 in origine collocata in Santa Chiara di Firenze (oggi Firenze, Galleria Palatina), artista che per il giovane Gaudenzio costituisce il primo tramite per accostarsi al classicismo. Le notevoli varianti dal modello rivelano l’interesse del pittore per il patetismo e la dimensione sentimentale. Sullo sfondo viene raffigurata, al posto del paesaggio lacustre del Perugino, una chiusa vallata montana simile a quella che farà da sfondo alla tavola con le Stimmate di san Francesco dipinta per il Sacro Monte e ora presso la Pinacoteca di Varallo.

L’estremo grado di rifinitura, le sottili lumeggiature, i dettagli plastici e anatomici e la tavolozza cromatica ricca seppure su toni quasi monocromi, indicano che l’opera non nacque come bozzetto preparatorio ma forse come esercitazione o come opera campione da mostrare ad un committente.

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