AMBROSIUS BOSSCHAERT
(Anversa 1573 – L’Aia 1621)
Fiori in un bicchiere
rame
inv. 1906, XV, 173
30,6 x 23 cm

Il dipinto, che costituisce uno dei rami più preziosi del Museo, fu acquistato da Antonio Borgogna all’asta della collezione Bonomi Cereda, tenutasi a Milano nel 1896, insieme alla Composizione di rose e frutti appesa ad un nastro azzurro di J. D. de Heem.

Siglato in basso a sinistra, presenta una composizione sobria e composta come nello stile di Bosschaert, artista fiammingo contemporaneo di Jan Brueghel il Vecchio e con lui iniziatore del genere della pittura floreale. È possibile riconoscere i tre generi di rose rappresentati: Rosa gallica Batavica (rosa), Rosa x alba (bianca), Rosa gallica semiplena (rossa con striature).

Emergono significati simbolico religiosi e legati alla transitorietà dell’esistenza, come tipico della produzione contemporanea. In particolare nel mazzo di rose viene evocata la figura della Vergine Maria, detta anche “rosa mistica”. Ogni essenza di rosa rappresenta una diversa qualità della Vergine così come gli insetti assumono un valore simbolico. Il dipinto corrisponde ad una fase precoce della produzione dell’artista che ritrae di solito mazzi verticali in composizioni semplici e simmetriche.

Il volume è reso dalla collocazione di corolle e foglie che si ripiegano in avanti o indietro suggerendo la consistenza morbida e quasi evanescente dei petali. Il bicchiere in vetro soffiato è della tipologia berkemeier.

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