La Sala Araba è oggetto di un cantiere di restauro ancora in corso che abbiamo deciso di tenere aperto al pubblico. Tutte le fasi dei lavori vengono infatti presentate ai visitatori attraverso delle visite “a cantiere aperto”, condotte dal conservatore del Museo spesso insieme ai restauratori coinvolti.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Torino sostiene l’intervento di restauro attraverso il bando “Cantieri diffusi – Cantieri aperti” per l’anno 2022-2024 così come la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli con un co-finanziamento sul bando “Restauri con arte” per l’anno 2023.

Alcuni mecenati e alcune aziende hanno adottato il restauro della Sala araba attraverso l’Art bonus. Tutti gli aggiornamenti al link: Art Bonus – Museo Francesco Borgogna

Questo permette di seguire l’avanzamento progressivo degli interventi, commentarli e verificarne la realizzazione con i tecnici, spiegare al pubblico le modalità operative e i contenuti degli studi oltre a coinvolgere nuovi sostenitori pubblici e privati che, attraverso le donazioni con Art bonus, possono diventare mecenati sulla scia del fondatore e ottenere anche benefici fiscali. Gran parte degli oggetti in vetrina sono stati restaurati grazie a loro.

Per quanto riguarda le parti murarie, dall’estate del 2020 una squadra di restauratori ha descialbato le pareti e la volta, cioè rimosso delicatamente a bisturi le diverse tinteggiature sovrammesse dal 1915 ad oggi. Sono emerse le decorazioni originarie, le tamponature lasciate a neutro delle precedenti aperture, l’impronta del posizionamento di alcuni arredi, come quello della monumentale Porta realizzata da Giuseppe Parvis che occupava la parete nord in corrispondenza della coloritura verde.

parete nord

Durante il descialbo è emersa la firma del decoratore “Francesco Marola” e la data di realizzazione risalente al 10 aprile 1890.

Contestualmente è in corso l’individuazione, la selezione e lo studio delle opere conservate nei depositi, attraverso il loro restauro, e progettando un adeguato riallestimento. E’ stata affidata anche una tesi di laurea per la schedatura di una selezione di arredi.

A settembre del 2022 è iniziato il restauro delle decorazioni murarie e, in particolare, sarà la Parete nord a campionare le modalità di restauro. Su questa zona saranno sperimentate anche le ipotesi di riallestimento di parte degli arredi e delle opere.

Durante i lavori di restauro abbiamo coinvolto esperti e restauratori per studiare e illustrare al pubblico alcuni aspetti del lavoro e i temi affrontati.

La professoressa Lilia Gadri e alcuni ospiti che conoscono la lingua araba ci hanno aiutato a tradurre le iscrizioni sugli arredi.

Il discendente dell’ebanista Giuseppe Parvis, Manfredo Lapi Gatteschi, con cui stiamo collaborando per la pubblicazione di un volume dedicato al noto artista trasferitosi in Egitto, è intervenuto durante un appuntamento di visita del “Cantiere aperto”.

Colleghi e studiose specializzate, come Maria Camilla De Palma del Castello d’Albertis di Genova, Enrico Colle e Loredana Pessa, stanno collaborando per le ricerche e le riflessioni sul recupero della Sala Araba.

Edoardo Francia, dottorando dell’UPO di Vercelli (Università del Piemonte Orientale) seguito dalle professoresse Maria Cristina Iuli e Miriam Ravetto, sta iniziando un lavoro di ricerca sul progetto “Contact Zone: il museo multilinguistico e multiculturale” (2024-2026).

sala araba Gadri