IL PROGETTO E LA RETE DEI PARTNER

Nel corso del 2022 la rete dei partner, costituita da Soprintendenza di Novara, Comune di Bianzè, Lions Club, Museo Borgogna, ha stipulato una convenzione nel mese di settembre, per concorrere alla valorizzazione di un importante dipinto su tavola proveniente da Bianzè.

Si tratta della pala attribuita a Giuseppe Giovenone il Giovane (Vercelli, 1524-1608 ca.), discendente dal noto capostipite Gerolamo e tra gli esponenti più fecondi dell’importante stagione

del Rinascimento piemontese. Il dipinto raffigura la Madonna con Bambino, San Bernardino da Siena, San Francesco d’Assisi e un donatore, databile al settimo decennio del XVI secolo (cm 215×165 ca. senza cornice). L’opera, appartenente al Comune di Bianzè e proveniente, dopo il trasferimento in antico dalla chiesa parrocchiale di Sant’Eusebio, dalla chiesa cimiteriale di Santa Maria dei Tabbi a Bianzè, è sottoposta a tutela ai sensi degli artt. 10-12 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio).

La tavola non è stata più visibile al pubblico poiché fu trafugata nel 1980.

Nel 1985 venne ritrovata dalla squadra mobile della Polizia di Alessandria che la depositò presso il Laboratorio di restauro presente nel Palazzo Carignano di Torino, allora della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici del Piemonte e oggi afferente alla Direzione regionale Musei Piemonte. Qui venne sottoposta a un delicato e complesso intervento di restauro, a spese dello Stato, realizzato dalle funzionarie restauratrici Roberta Bianchi ed Emanuela Ozino Caligaris sotto la direzione della dott.ssa Paola Astrua.

Grazie alla concertazione e alla strategia di collaborazione messa in atto tra i partner, il progetto si avvale di una convenzione specifica sottoscritta con il Ministero della cultura – Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli (Convenzione n° 1 del 31/1/2022) con il Lions Club International, distretto 108Ia1. Attraverso un service ormai consolidato dal titolo “Missione Agenti Pulenti”, dedicato nello specifico alla realizzazione di iniziative congiunte di conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale della comunità territoriale, il Lions ha adottato il progetto con il supporto del locale Lions Club di Vercelli. Nell’ambito di questa proficua collaborazione la soprintendente, dott.ssa Michela Palazzo, ha proposto ai vertici del Lions Club di supportare economicamente l’iniziativa che avrebbe finalmente restituito questa importante opera alla fruizione pubblica.

L’opera lascia così il Laboratorio di restauro di Palazzo Carignano, dove è stata custodita per 38 anni, e a causa della fragilità del bene e per motivi di sicurezza, è stato deciso di non riposizionarla nella chiesa dei Tabbi di Bianzè ma di depositarla in comodato presso il Museo Borgogna, dove torna visibile al pubblico.

Dichiarazione della Soprintendente di Novara dott.ssa Michela Palazzo

“E’ con grande orgoglio che voglio evidenziare che le vicende vissute dal dipinto di Bianzè negli ultimi 40 anni fanno emergere il grande impegno del nostro Ministero della cultura per la tutela, la conservazione e la valorizzazione. Le azioni di indagine e recupero portate a termine dalla squadra mobile della Polizia di Alessandria sono state il primo capitolo di questa storia virtuosa; poi, con la disponibilità della ex Soprintendenza ai Beni storico artistici di Torino e successivamente della Direzione regionale Musei Piemonte, la tavola è stata accolta presso il laboratorio di restauro e sono state messe a disposizione le migliori professionalità per il suo restauro. Per arrivare nel 2022 a concretizzare il progetto di valorizzazione frutto del lavoro della Soprintendenza di Novara e di tutti gli enti che si sono impegnati per questo obiettivo: il Comune di Bianzè, la Fondazione Museo Borgogna che esporrà il dipinto e i Lions Club che hanno contribuito con grande generosità”.

Dichiarazione della Direttrice regionale Musei Piemonte dott.ssa Elena De Filippis

“Sono passati 38 anni da quando nel 1985, la Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici del Piemonte accolse nella sua sede di Palazzo Carignano, nel laboratorio di restauro, la pala rubata nel 1980 e la sottopose ad un accurato intervento conservativo. Oggi, ai festeggiamenti per il rientro del dipinto a Vercelli partecipano nuovi istituti del Ministero, con abiti diversi, ma sempre impegnati per conservare e valorizzare il nostro patrimonio diffuso. La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, che ha assorbito i compiti di tutela e valorizzazione delle province nord orientali della regione, ha coordinato, con le istituzioni del territorio, il rientro del dipinto, la Direzione regionale Musei Piemonte, che gestisce i musei dello stato nelle province piemontesi, e che ha il compito di coordinare la rete museale sul territorio, con piacere lo restituisce ai legittimi detentori auspicando l’avvio di nuove collaborazioni e iniziative di valorizzazione”.

Dichiarazione del Sindaco di Bianzé, Carlo Bailo

“Dopo più di 40 anni avremo la possibilità di rivedere esposta la nostra Pala di Giuseppe Giovenone il Giovane presso il Museo Borgogna di Vercelli e questo grazie alla convenzione stipulata a settembre del 2022 tra il nostro Comune, la Soprintendenza di Novara, i Lions Club e appunto il Museo Borgogna.

Personalmente mi sarebbe piaciuto avere la Pala a Bianzè ma causa della sua fragilità e per motivi di sicurezza purtroppo questo non può avvenire. La soluzione che è stata adottata, a mio avviso, amplifica ancor di più la visibilità della nostra opera che avrà il privilegio di essere esposta in un importante museo quale è il Borgogna di Vercelli che già espone un’altra opera prestigiosa di proprietà del Comune di Bianzè, il Polittico di Defendente Ferrari. Per questo motivo mi permetto di ringraziare tutti gli enti che hanno collaborato a questo progetto a partire dalla Soprintendente dott.ssa Michela Palazzo e al funzionario dott. Andrea Quecchia, al Museo Borgogna -e quindi al Presidente avv. Francesco Ferraris e al conservatore Dott.ssa Cinzia Lacchia- e ai Lions Club. Mi permetto di ringraziare anche le Forze dell’Ordine che nel 1985 sono riusciti a recuperare l’opera che era stata trafugata nel 1980 dalla nostra chiesa cimiteriale di Santa Maria dei Tabbi e alle restauratrici Roberta Bianchi ed Emanuela Ozino Caligaris che hanno svolto una complessa opera di recupero della Pala con la direzione dell’allora funzionaria di Soprintendenza dott.ssa Paola Astrua”.

Dichiarazione del Presidente del Lions Club Vercelli, Renato Bianco

“Abbiamo aderito volentieri a questa iniziativa, che si colloca in un percorso di storica collaborazione con il Museo Borgogna con il quale, nel corso degli anni, si sono realizzate numerose e importanti iniziative. Ci è particolarmente gradito, in questa occasione, poter aderire a un’iniziativa per rendere fruibile alla città un importante bene del territorio che testimonia l’importanza del vercellese all’interno del rinascimento piemontese”.

Lions Club International – Distretto 108 Ia1 – Lions Francesco Preti, Coordinatore Commissione Cultura

“Il distretto 108Ia1 (Torino, Piemonte orientale e Valle D’Aosta) del Lions Club International ha voluto, con piacere ed orgoglio, essere attore e partner nell’iniziativa di recupero della pala di Bianzè al fine di portare avanti quell’azione di valorizzazione di beni culturali del nostro territorio. La riscoperta dei tesori e dei valori della cultura sono azione importante all’interno di un agire atto a far riscoprire i piaceri ed i valori dell’arte nel suo più ampio spettro interpretativo. È proprio in tale senso che, grazie alle professionalità e all’impegno di molti, il dipinto potrà avere nuove opportunità per far conoscere i valori artistici di un periodo come quello del rinascimento piemontese, così fertile all’interno di uno scenario artistico e culturale del nostro territorio. Un ringraziamento, come Lions Club International, a tutti quegli attori partner che nel proprio ruolo e professionalità ed accompagnati da un impegno virtuoso, hanno permesso di portare a termine brillantemente questa azione di recupero”.

Dichiarazione del Presidente del Museo Borgogna, avv. Francesco Ferraris

“Il Museo Borgogna ha accolto con entusiasmo l’occasione di collaborare nuovamente con gli organi di tutela e con le realtà pubbliche e private del territorio, favorendo e organizzando tutte le operazioni del progetto. Quale ente ospitante per il deposito della pala, il Museo Borgogna di Vercelli consolida un rapporto costante con il territorio e in questo caso con la comunità di Bianzè dopo che, già nel 2015, era stato realizzato l’evento-mostra sul Polittico di Defendente Ferrari”.

Premessa e motivazioni dell’iniziativa:

la pala di Bianzè al Museo Borgogna – Cinzia Lacchia, conservatore del Museo

Il Museo Borgogna ha ormai una vocazione secolare di “nuova casa” che accoglie e valorizza al pubblico, oltre alla sua collezione, anche opere d’arte del territorio, cioè nuovi ospiti che hanno esigenza di trovare protezione e cura. Intorno e con loro si creano e si rinnovano nuove narrazioni e nuove occasioni di ricerca e di attività. Fu proprio nel 2015, in occasione di un traguardo speciale, cioè il centenario del primo ampliamento degli spazi del Museo, inaugurato nel 1915 con la costruzione del grande salone e delle sale espositive laterali, che si decise di festeggiare questo importante appuntamento attraverso la mostra, con relativo catalogo, “Il polittico di Bianzè. L’autunno di Defendente Ferrari” (dal 28 febbraio al 17 maggio 2015), curata da Massimiliano Caldera della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, e da Cinzia Lacchia, conservatore del Museo. Il Polittico di Bianzè costituisce, dal 1934, il fulcro visivo e brillante, per la sua preziosità di ori, del grande Salone del Museo Borgogna, dedicato alle pale d’altare del Rinascimento piemontese. Esso inoltre rappresenta un esempio emblematico e felice di un salvataggio complesso a causa delle tristi vicende di dismissione, smembramento, furto, vendite, recupero, restauro, studio e infine di valorizzazione e restituzione al pubblico godimento. L’iniziativa del 2015 fu l’esito di un impegnativo ed entusiasmante lavoro di squadra, corredato da ricerche e restauri anche sulle quattro ante conservate nella chiesa parrocchiale di Bianzè – di cui si diede conto anche attraverso un video (disponibile sul sito del Museo Borgogna: https://www.youtube.com/watch?v=WxgUVHhYYdQ). Quel lavoro permise di rivedere ricomposta durante la mostra in museo, quasi interamente e per la prima volta dal XVII secolo, l’imponente macchina d’altare, il cosiddetto Flügelaltar, cioè altare a battenti, una tipologia originaria dell’Europa settentrionale ma molto diffuso anche in Piemonte nel Rinascimento. L’opera, attribuita a Defendente Ferrari e collaboratori, databile intorno al 1520, divenne la protagonista per tutto il periodo della mostra di una serie di eventi e di attività di valorizzazione, sia in museo che itineranti sul territorio, per presentare l’opera e l’impegnativo allestimento. Anche la nuova pala di Giuseppe Giovenone il giovane entra oggi a far parte del percorso espositivo del Museo collocandosi nel grande Salone, in dialogo frontalmente con il Polittico di cui condivide la provenienza originaria e purtroppo la triste storia di abbandoni e di furti. Essa è affiancata da un’altra importante pala d’altare dello stesso artista, il Compianto di Cristo dalla croce già di proprietà della famiglia Olgiati. Grazie alle ricerche documentarie ed archivistiche condotte in occasione della mostra del 2015, la dott.ssa Manuela Meni dell’Archivio Storico Diocesano di Casale Monferrato, restituì le preziose e dettagliate indicazioni di collocazione e di committenza della pala di Bianzè. Nella visita pastorale del 1568 di monsignor Ambrogio Aldegatti presso la chiesa di Sant’Eusebio a Bianzè, ora parrocchiale ma all’epoca una “insigne collegiata”, all’altezza del quarto altare viene infatti descritto quello dedicato a San Bernardino, di patronato della famiglia Bido, che il nobile Giovanni Giacomo Bido aveva commissionato e pagato per una cifra di 15 scudi (cat. 2015, p. 66). Il volto del committente, oltre a essere un esempio parlante della speciale qualità ritrattistica che già le fonti antiche riconoscono a Giuseppe Giovenone il giovane, è riconoscibile nel personaggio inginocchiato sulla destra e presentato alla Vergine e al Bambino da San Bernardino.