ATTILIO GARTMANN
(Vercelli 1877-1928)
“L’elmetto di papà”
1915-17 ca.
gesso, firmato, 1915-17 ca.
in deposito dal 2016 da collezione privata, inv. 2016, De, 6
cm
Il delizioso piccolo gesso, firmato sul basamento, raffigura un bambino in piedi che regge un elmetto con entrambe le mani mentre una folata di vento gonfia il suo vestitino. L’espressione e il gesto suggeriscono che non voglia cederlo a chi lo sta guardando, come a trattenere l’oggetto del suo gioco.
Il soggetto è particolarmente caro allo scultore che, in più occasioni, trasse i propri modelli dal suo mondo familiare.
Qui, in particolare, è ritratto il figlio Guido che replicò in diverse pose, da piccolo o adolescente. Nato nel 1913, divenne poi pilota civile dell’aeronautica nella Società Avio Linee Italiane, e morì nel 1940 nel disastro aereo del 16 marzo, nella zona di Forgia Vecchia, sull’isola di Stromboli.
Il nostro gesso appartiene alla sua produzione più vivace, di destinazione privata “dove più vivi si mantengono l’esperienza e i riferimenti della formazione milanese … che lascia ancora trapelare il ricordo delle cere di Medardo Rosso” (V. Natale in L’Istituto di Belle Arti di Vercelli tra ‘800 e ‘900, 1990, p. 114). Esso è poi confrontabile con almeno un altro esemplare identico ma non firmato, datato al 1924, esposto al Museo Leone, oltre agli altri due conservati presso la gipsoteca dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli (Attilio Gartmann scultore. Vercelli 1877- 1928, a cura di A. Corio, Vercelli 1984, scheda di A. Rosso Gila n. 11, p. 30).
L’artista, allievo di Francesco Porzio a Vercelli e poi formatosi a Brera, è autore anche della Fontana dell’Agricoltura, inaugurata nel 1909, grazie al legato di Antonio Borgogna e del Monumento ai Caduti di Piazza Cesare Battisti del 1924. Gartmann ebbe una carriera ricca di successi declinati nella produzione di ritratti e una statuaria comprendente fontane, personaggi illustri o monumenti commemorativi ai caduti della Grande Guerra. Morì anche lui prematuramente il 3 agosto del 1928.
