EUGENIO BELLOSIO (Milano, 1847 – Magreglio, Como 1927)

Nautilus con Nereide e tritone con amorini

conchiglia, argento dorato, sbalzato e cesellato

inv. 1906, XX, 125

31 x 16,5 x 19,5 cm

Lo straordinario Nautilus in argento dorato, sbalzato e cesellato con figure di Nereide, Tritone e amorini, è stato realizzato dall’orefice lombardo Eugenio Bellosio nell’ultimo quarto del XIX secolo. L’artista fu autore di raffinate opere in oreficeria di carattere sacro e profano tra croci d’altare o calici, come quello del canonico Casati del Tesoro del Duomo di Milano, tabernacoli e paliotti d’altare, come quello del Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago, servizi di posate, come quello del Castello Sforzesco di Milano. Stilisticamente la sua produzione si ispira al revival storico rinascimentale e al manierismo di Benvenuto Cellini e Antonio Gentile.

La complessa composizione si imposta su un basamento a sezione circolare che poggia su quattro protomi leonine. Il fusto è costituito da una sirena che monta un cavallo marino alato e suona in una conchiglia su cui è posto il nautilus. La conchiglia presenta una montatura a tralci di edera sui quali si arrampica un amorino. Sul bordo si appoggia sulla destra un tritone mentre sulla sinistra Venere nuda appare seduta su un pesce o un delfino fantastico. Il nautilus, la cui conchiglia può superare i 20 cm di diametro, costituisce il corpo centrale della coppa. Definito anche un fossile vivente, venne osservato in vita la prima volta solo nel corso dell’Ottocento anche se la sua conchiglia era ben nota e utilizzata nel campo dell’oreficeria sin dal Seicento, come vediamo in alcuni esemplari di manifattura tedesca conservati al Castello Sforzesco a Milano.

Eugenio Bellosio, Nautilus con nereide e tritone, Vercelli, Museo Borgogna
Eugenio Bellosio, Nautilus con nereide e tritone, Vercelli, Museo Borgogna