GIUSEPPE PARVIS
(Breme Lomellina, Pavia 1831- Uboldo, Varese 1909)
Cornice con motivi decorativi in stile faraonico con scarabeo alato
legno verniciato, intagliato, dorato, elementi metallici
Inv. 1906, V, 166
55 x 35 x 7; luce centinata: 31 x 24 cm

Questa cornice, secondo l’inventario di Borgogna, conteneva una di due steli funerarie antiche in calcare provenienti da Tebe “di cui uno scolpito e rapp.te in basso rilievo una scena funeraria, e l’altro dipinto con rappresentazione analoga.  Amendue (sic!) entro cornici nere scolpite in stile faraonico, con scarabeo alato in bronzo dorato. Dal Parvis suddetto.”. Le due steli non sono state rinvenute ma potrebbero essere confluite nella collezione del Museo Leone. La cornice rimanda proprio al gusto neo-egizio e trova un diretto confronto nella sala con la mensola architettonica a tempietto contenente una divinità (inv. 1906, V, 157).
Nell’attuale allestimento l cornice inquadra la riproduzione della fotografia di Giuseppe Parvis con i collaboratori nel laboratorio al Cairo, presente nello scomparto inferiore del portafotografie di Parvis esposto nella stessa sala (inv. 1906, V, 118).
A partire dall’inizio dell’Ottocento in tutta Europa si assiste alla diffusione dell’Egittomania o Egittofilia, che contagiò tutte le forme del design occidentale, dall’arredo alle arti decorative all’architettura. Contribuirono al dilagare di questa moda la pubblicazione a Parigi tra il 1809 e il 1829 della Description de L’Egypte, dopo l’impresa napoleonica in Egitto, e le nuove scoperte archeologiche. La modernizzazione e la nuova apertura dell’Egitto verso l’occidente furono incentivate inoltre dalla costruzione del Canale di Suez, inaugurato nel 1869. In Piemonte la sua diffusione è promossa dalla conoscenza diretta di materiali antichi già conservati nelle collezioni reali poi trasferiti al Museo Egizio di Torino, aperto nel 1924. Si tratta di una vera moda che coinvolse anche l’arte funeraria piemontese. La tomba dello stesso Giuseppe Parvis, presso il Cimitero Monumentale di Torino, è caratterizzata da un autentico sarcofago antico in granito rosa di Assuan realizzato durante il regno di Chefren intorno al 2650 a.C. Anche il simbolo scelto da Parvis per l’insegna del suo atelier al Cairo fu proprio la reinterpretazione di un motivo decorativo egizio fiancheggiato da sfingi: un uccello ad ali spiegate raffigurante la dea Nekhbet, con il corpo a forma di medaglione in cui vi era inscritta la frase: “Casa fondata in Cairo nel 1859”. Questo simbolo, che evoca la figura dell’avvoltoio, appare negli elementi decorativi di molti arredi di Parvis come in questa cornice e nella Mensola architettonica neo-egizia a tempietto contenente una divinità.

Giuseppe Parvis, cornice in stile neo-egizio, legno, Vercelli, Museo Borgona
Giuseppe Parvis nel laboratorio al Cairo, fotografia b/n, Museo Borgogna, Vercelli