MAESTRO SPANZOTTIANO
(seconda metà del XV secolo)

Madonna del latte con sei santi

fine XV secolo 

dipinto murale strappato

In deposito dall’Istituto di Belle Arti-Museo Leone, proveniente dalla chiesa di San Vittore a Vercelli

172,3 x 145 cm 

Il dipinto murale è stato strappato e riportato su tela, con un telaio ligneo a scacchiera, nel 1967 dal restauratore Ottemi Della Rotta di Milano. Dal 1968 è esposto e depositato al Museo Borgogna.

Proviene dalla chiesa-confraternita di San Vittore a Vercelli dove nel 1606, di fianco al loro oratorio, i confratelli avevano eretto “una sontuosa cappella nella quale è un concavato ove vi è l’altare e nell’interno del concavato vi sono diversi quadretti con pitture le quali sono atorniati osiino cornisati con diversi stuchi adorati e nel mezzo gli è il quadro ove gli ha la Beata Vergine col Bambino Gesù l’atante e diversi santi, e di sopra è la statua dela B. Vergine Assunta in stucho”. L’immagine della Madonna proveniva a sua volta dalla precedente collocazione su un pilone fuori dalla chiesa.

Il suo stato conservativo denuncia sia una tecnica pittorica che ha utilizzato finiture eseguite a secco e quindi in parte perdute, sia la sofferenza della cromia a causa dei diversi interventi di ridipintura, di rimozione e di movimentazione documentati ancora nel Settecento.

L’opera, di formato quasi quadrato, non è firmata ma riconducibile a un Maestro spanzottiano della fine del XV secolo. Lo stato larvale in cui si trova ne compromette fortemente la leggibilità e non facilita la risoluzione attributiva.

Il tradizionale soggetto della Madonna del latte, che assume dal Trecento un carattere dottrinale e funzionale a una comunicazione affettiva e devozionale legata al significato teologico del latte, è una iconografia molto diffusa anche nel nostro territorio.

In particolare il latte “nella dimensione liturgica si affianca al Pane e al Vino eucaristici, ovvero al corpo e sangue del Cristo con un accostamento organico che riproporrebbe la relazione tra Madre e Figlio sottesa alla duplice intercessione” (Cassigoli, Ecce Mater, 2009, p. 72).

La scena si svolge in un interno, con un pavimento rosso, inquadrato da un’elegante architettura dipinta con due pilastri ai lati decorati con candelabre. Un tendaggio sullo sfondo è sorretto da anelli che scorrono su una bacchetta. La Vergine al centro, incoronata e seduta su un trono con una predella aggettante, sta allattando Gesù neonato completamente avvolto in fasce. Intorno a lei, come in una sacra conversazione, sono disposti altri sei santi. Alcuni si riconoscono ancora grazie alla leggibilità dei loro attributi.

A destra, dal primo piano, san Pietro, san Rocco, un santo martire in armatura (dovrebbe essere san Vittore).

A sinistra, alle spalle della Vergine, san Giuseppe (identificabile grazie all’immagine del 1935 pubblicata da Brizio e reperibile presso l’archivio della Fondazione Zeri, scheda n°22726, http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/24947/Anonimo%20piemontese%20sec.%20XV%2C%20Madonna%20con%20Bambino%20in%20trono%20e%20santi) che regge un bastone a stampella e la particola eucaristica porgendola con la mano sinistra verso il trono; seguono san Sebastiano e un/una Santo/a con libro.

La presenza di san Giuseppe con un ruolo attivo sottolinea la considerazione che l’epoca medioevale gli riserva. San Bernardo di Chiaravalle, ad esempio, pur concentrando la propria riflessione teologica sulla Madonna, è attento a Giuseppe e, indagandone l’umanità, lo descrive come il “prudente e fedele servo della Madonna”, e come “nutritor Domini”, un titolo che resterà per secoli (T. Verdon).

L’immagine fu oggetto di una grande devozione popolare, confermata dalla presenza in antico di numerosi ex voto, in parte visibili ancora sul lato superiore dell’affresco nella fotografia. Inoltre un’altra raffigurazione della Sacra Famiglia con la Vergine allattante, più tarda e in parte ridipinta, è collocata nella cappella all’esterno della chiesa, affiancata all’ingresso.

maestro spanzottiano XV secolo

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