PITTORE VERCELLESE
Frammenti di un Giudizio universale:

Angeli in volo di cui uno suona la tuba

Tre angeli cantori e uno che suona la ribeca

1475-1490 ca.
affresci strappati e riportati su tela ingessata da Vercelli, chiesa di Santa Maria del Carmine

in deposito dall’Istituto di Belle Arti di Vercelli

inv. n. 14 e n. 26
cm 55 x 81,5
cm 82 x 73

La chiesa trecentesca di Santa Maria del Carmine di Vercelli fu completamente demolita, non senza polemiche e un processo, tra il 1921 e il 1929 in occasione del risanamento del quartiere noto come “La Furia”. I due frammenti sono parte di un più ampio nucleo di affreschi conservati al Museo Borgogna. Una serie di nove dipinti murali per un totale di 7,78 mq fu strappato dai noti estrattisti Steffanoni di Bergamo nel 1884-1885, tra cui i due frammenti qui proposti. Il costo fu sostenuto da Domenico Borgogna, fratello del fondatore, che li donò all’Istituto di Belle Arti cittadino. Di questi sono identificabili: Cinque santi in preghiera, Angeli cantori e uno con ribeca, Angeli in volo di cui uno suona la tuba, Angeli che brandiscono le spade e un frammento di Crocifissione. Una seconda campagna di strappi nel 1928 si deve a Maria Boccalari di Venezia e comprende una Sant’Agata, una testa di Santo, forse Giovanni Battista, e una spanzottiana Madonna con Bambino tra san Giuseppe e santa Caterina. Nei depositi del museo sono conservati anche un San Pietro Martire e una testa di Santa provenienti dalla stessa chiesa. Un altro frammento con un Angelo che suona il liuto, di collocazione ignota, è stato riconosciuto da Vittorio Natale attraverso una foto storica dell’Archivio Bardini di Firenze. Dai documenti e dalle poche fotografie sopravvissute possiamo renderci conto della ricchezza decorativa della chiesa in gran parte perduta.
I primo nucleo di strappi, tra cui i due qui presentati, era parte della decorazione della parete in cui si trovava un Giudizio universale. Le ricerche di Paola Manchinu hanno accertato la provenienza dalla prima cappella della navata destra dedicata alla Purificazione di Maria Vergine. Si tratta di un complesso decorativo di grande rilievo che testimonia, in tempi precoci, la conoscenza del linguaggio rinascimentale aggiornato alle novità ferraresi, introdotte in Piemonte da Giovanni Martino Spanzotti. I volti sono segnati da una spessa linea disegnativa, scura e marcata, che ne intensifica l’espressività e si evidenzia una particolare attenzione a soluzioni scorciate. Nella complessa ricostruzione del cantiere e delle influenze stilistiche che caratterizzano gli affreschi, non va dimenticato il ruolo della famiglia dei pittori Oldoni che furono chiamati a decorare la chiesa in più occasioni. Tra questi l’attività del capostipite, Boniforte Oldoni “il Vecchio”, giunto da Milano a Vercelli, era ricordata in un’iscrizione datata 1469. Seguirono gli interventi di Efraim intorno al 1489, Ercole e Gaspare nel 1527 fino al più tardo intervento di Boniforte “il Giovane” che dipinse una pala raffigurante la Disputa di Gesù tra i Dottori, oggi al Museo Civico di Arte Antica-Palazzo Madama di Torino, inv. 0244/D (C. Lacchia, scheda 2, in Eleazaro Oldoni. Una nuova scoperta per il Rinascimento a Vercelli, catalogo della mostra a cura di V. Natale, Vercelli, Museo Borgogna, 5 ottobre 2019 – 6 gennaio 2020, Genova 2019, pp. 70-73).

Pittore vercellese, Frammento di Giudizio Universale, Angeli in volo di cui uno suona la tuba, affresco strappato dalla chiesa del Carmine, Vercelli, Museo Borgogna
Pittore vercellese, frammento di Giudizio universale, Tre angeli cantori e uno che suona la ribeca, affresco strappato dalla chiesa del Carmine, Vercelli, Museo Borgogna