GIORGIO CERAGIOLI
(Porto Santo Stefano, Grosseto 1861- Torino 1947)
Raccoglitrice d’acqua o La sorgente
1900/1902
bronzo firmato
41 x 49 x 24 cm

La scultura di Ceragioli si collega in continuità tematica alle opere dipinte o scolpite delle opere esposte nella stessa sala al secondo piano del Museo. Per la sua gestualità riflette idealmente le posture del movimento triplicato dello zappatore dipinto nella grande tela con I conquistatori del sole di Giuseppe Cominetti.
Anche la figura femminile di Ceragioli è seminuda, con i capelli raccolti, china a raccogliere l’acqua con un piccolo recipiente, nella rappresentazione di un gesto apparentemente insignificante e quotidiano ma che assume, forse, un valore simbolico e allegorico.
Ceragioli, che si distinse per la sua versatilità di pittore, scultore, medaglista, decoratore, scenografo e allestitore di mostre anche all’estero, si forma a Firenze ma lavora a Torino, dove realizza la decorazione interna del Teatro Regio, alcuni monumenti cittadini e diverse sculture regolarmente esposte alla Promotrice delle Belle Arti. Nel 1902 assieme a Davide Calandra, Leonardo Bistolfi, Enrico Reycend ed Enrico Thovez fonda la rivista “L’arte decorativa moderna”, una rivista mensile illustrata di arte e decorazione della casa che avrà una notevole influenza sul panorama delle arti applicate in Italia.
In questo clima, di cui sembra risentire il nostro bronzo, ebbe una notevole fortuna espositiva tanto da essere ricordata in diverse biografie dell’artista con il titolo Alla sorgente. Della stessa opera è nota una versione in bronzo a cera persa, datata 1900 e pubblicata con il titolo di Raccoglitrice d’acqua in una collezione privata torinese (in I. De Guttry, M. P. Maino, M. Queseda, 1985 e Bossaglia 1982). Il soggetto fu esposto alla Mostra del Centenario della Società Promotrice delle Belle Arti in Torino, 1842-1942, del 1952 (con il titolo La sorgente di proprietà di Mario Ceragioli di Torino).
In un filo immaginario che collega le immagini dipinte o modellate lungo tutto il percorso espositivo del Museo, tante figure femminili sono in relazione con l’acqua, elemento che permea e caratterizza storicamente tutto il territorio vercellese, diventato emblema del paesaggio risicolo tra risorgive, fontanili, canali, paludi ed ecosistemi naturali di grande fascino e fragilità.
Dalla trionfante Galatea che nello stipo di Brambilla cavalca un cocchio circondata da nereidi e tritoni sulla spuma delle onde, a Santa Marta che asperge con l’acqua benedetta un monaco, alla Donna araba alla fonte dipinta da un pittore viaggiatore come Stefano Ussi, alla terracotta di Serrano con Narcisa che si specchia sul greto di un rio, fino alle notissime mondariso di Angelo Morbelli che traduce, con i suoi filamenti di colore diviso, tante immagini fotografiche del lavoro delle donne nei campi. Come nelle lastre fotografiche novecentesche delle lavandaie che Andrea Tarchetti fotografò lungo i corsi d’acqua ai margini della città, così nei due bozzetti di Attilio Gartmann, progettati per la Fontana dell’Agricoltura, la figura femminile avanza portando sulla spalla il covone di riso appena mietuto, a sottolineare il ruolo e le mansioni delle donne nelle pratiche agricole del territorio vercellese.

Giorgio Ceragioli Raccoglitrice d'acqua-La sorgente bronzo Museo Borgogna Vercelli