GIUSEPPE PARVIS
(Breme Lomellina, Pavia 1831- Uboldo, Varese 1909)
Tavolino per il gioco del Tric Trac (backgammon) e degli scacchi
legno intagliato e intarsi in avorio, ebano e madreperla
Inv. 1906, V, 64
78 x 90 x 59,3 cm

Il tavolino da gioco realizzato da Giuseppe Parvis poteva essere utilizzato, grazie e un piano removibile e ribaltabile, sia per il gioco degli scacchi che per il gioco dell backgammon detto anche gioco del tric trac.
Come sulla tradizionale tavola del backgammon sono disegnati ventiquattro triangoli, chiamati punte, a colori alterni e raggruppati in quattro quadranti. I quadranti sono chiamati tavola interna o casa e tavola esterna del giocatore e del suo avversario. Lo scopo del gioco, per ogni giocatore, è quello di portare tutte le proprie pedine nella propria casa e successivamente di portarle fuori. Il primo giocatore che le ha portate fuori tutte vince la partita. Il gioco, le cui origini sarebbero antichissime è diffuso con varianti in un’area molto ampia, ancora oggi è molto in uso in particolare nell’area mediorientale. Ambientazioni orientaliste con uomini intenti al gioco del backgammon caratterizzano diverse opere del pittore  Giulio Rosati (Roma 1858-1917).
In inventario Antonio Borgogna indica la presenza anche delle relative pedine che tuttavia non sono state rinvenute.
Il tavolino è allestito insieme a quattro sedie in legno con intarsi in madreperla realizzate dallo stesso Giuseppe Parvis.
Nella stessa sala era esposta anche una scatola in legno rivestita in pergamena, acquistata all’asta Morosini di Venezia nel 1894 (inv. 1906, V, 78), contenente 32 pezzi per il gioco degli scacchi in ebano e avorio raffiguranti busti e figure umane, probabilmente di manifattura veneta. La pelle/pergamena di rivestimento della scatola presenta iscrizioni in caratteri ebraici lungo il piano inferiore. Il rivestimento è l’esito del riuso di una pergamena su cui è riportato un testo corrispondente a un frammento di Sefer Toràh, contenente parte della Parashat Noach (frammenti di Genesi) corrispondente ai versetti dal 6,14 al 8,14. I caratteri sono in stile sefardita, questo confermerebbe che il frammento sia stato scritto a Venezia o in ambiente levantino. La sacralità dell’oggetto lo rende particolarmente delicato da esporre, nel rispetto delle modalità di conservazione dei framenti del testo sacro previsti dalla religione ebraica (indicazioni del dott. Roberto Messina)

Giuseppe Parvis, tavolino da gioco, legno intarsiato , Vercelli, Museo Borgogna