MANIFATTURA ROMANA replica da ANTONIO BOTTINELLI (Viggiù 1827–1898)

Seconda metà del XIX secolo

Allegoria dell’aria

bronzo

inv. 1906, VII, 5-6

105 ca. x 80 ca. x 78 ca. cm

Il modello del gruppo scultoreo deriva da una scultura di Antonio Bottinelli (Viggiù 1827–1898) che espose per la prima volta e con grande successo all’Esposizione Generale Italiana di Torino nel 1884. Dopo il successo ottenuto in quell’occasione, la scultura Aria fu nuovamente esposta a Roma nel 1885. Una versione successiva in marmo, passata da Sotheby’s a Londra nel 2020, firmata e datata 1886, sembra essere l’unica versione conosciuta oggi esistente. 

La composizione allegorica dell’elemento Aria, concepita quando Bottinelli era all’apice della sua carriera, si avvale di un’iconografia innovativa. Il soggetto prende le fattezze di una donna seminuda con le braccia tese, i capelli e i drappeggi che ondeggiano in una brezza immaginaria. È seduta sul dorso di un’aquila che, spiegando le ali, si posa su un gruppo di nuvole sopra al globo terrestre dove sono raffigurati i segni dello Zodiaco. Sebbene non sia tipicamente associata all’Aria, l’immagine di una donna che cavalca un’aquila è familiare nelle raffigurazioni del mito classico che coinvolge Ganimede, il bellissimo eroe rapito da Zeus sotto le spoglie del rapace. Un’ulteriore ispirazione per la composizione dello scultore potrebbe riferirsi alle personificazioni barocche dell’Aria come una donna circondata da uccelli, che troviamo ad esempio in un dipinto di Jan Brueghel il Giovane (1601-1678) ed Hendrik van Balen il Vecchio (1575-1632). L’idea può derivare anche dalle rappresentazioni scultoree di Ebe, la coppiera degli dei, accompagnata da Zeus in forma di aquila.

Manifattura romana replica da Antonio Bottinelli, Allegoria dell'Aria, bronzo, Museo Borgogna, Vercelli
Esposizione di Torino, 1884, Antonio Bottinelli, Allegoria dell'Aria