Profumo di rosa
La rosa è il tema di #confrontinaspettati da me scelto per il mese di luglio. Il nuovo confronto vede protagonisti Il piccolo principe scritto da Antoine de Saint-Exupéry e Fiori in un bicchiere dipinto da Ambrosius Bosschaert.
La rosa
La rosa è un genere che comprende circa 150 specie e si classifica in rose botaniche, antiche e moderne. Oltre ad avere diverse valenze simboliche, di cui tratteremo più avanti, ha anche diversi utilizzi. Infatti, la rosa non è solo uno dei regali più apprezzati dal mondo femminile, ma è anche alla base di diverse preparazioni. Ad esempio, i suoi petali sono utilizzati per le proprietà medicinali in profumeria e nella cosmetica. In aromaterapia sono attribuite all’olio di rosa proprietà sedative, antidepressive, antidolorifiche e antisettiche. Ma la rosa è anche la base per ottime confetture, tisane, dolci e liquori.
La rosa si presenta, quindi, come un fiore dalle mille sfaccettature. Fondamentale è il suo ruolo all’interno del Piccolo principe e nel piccolo rame dipinto da Ambrosius Bosschaert del museo.
La rosa del piccolo principe, un fiore (quasi) unico
Ne Il piccolo principe, capolavoro scritto da Antoine de Saint-Exupéry, la rosa rappresenta l’oggetto di numerose cure da parte del piccolo principe. Quest’ultimo è il protagonista del libro e nell’incontro con un aviatore decide di raccontargli le sue strambe avventure. Tra queste narra della sua amata rosa.
Il fiore del piccolo principe è nato sul suo pianeta inaspettatamente, ma dal giorno del suo arrivo, l’uomo non ha mai smesso di dedicargli tutte le sue attenzioni. La sua rosa è dotata di parola, ma ancora di più, si caratterizza per essere estremamente vanitosa e scorbutica! Il fiore ha sempre sostenuto di essere il solo di quel genere in tutto l’universo. Tuttavia, il piccolo principe scopre che la sua rosa è solo una delle tante. Nonostante questa scoperta e la delusione iniziale il principe non smette di voler bene alla sua rosa e di prendersene cura.
Il piccolo principe è un romanzo per bambini e per quegli adulti che desiderano tornare indietro nel tempo. È il libro più tradotto dopo la Bibbia e uno degli unici in grado di svelare i veri valori dell’esistenza. Fu pubblicato per la prima volta nel 1943 a New York e solo dopo la morte dell’autore (1945), in Francia. A riguardo esistono numerose opere teatrali, commedie musicali, canzoni, film, telefilm e cartoni animati. È un vero e proprio capolavoro che va letto con il cuore perché «L’essentiel est invisible pour les yeux».
Una rosa per ogni significato
![](https://www.museoborgogna.it/wp-content/uploads/2018/07/Bosschaert_fiori-in-un-bicchiere-logo-217x300.jpg)
Ambrosius Bosschaert, Fiori in un bicchiere
Nel 1896 Antonio Borgogna si aggiudica all’asta della collezione Bonomi Cereda un piccolo rame raffigurante Fiori in un bicchiere siglato, in basso a sinistra, da Ambrosius Bosschaert. Quest’ultimo nacque ad Anversa nel 1573 e si specializzò nelle rappresentazioni di nature morti con fiori. Con Jan Brueghel il Vecchio è considerato l’inventore di questo genere che, nel Seicento, ebbe ampia diffusione nei Paesi Bassi.
Nel dipinto la precisione scientifica nella rappresentazione del mazzo di rose ci permette di riconoscerne i generi. Si tratta di Rosa gallica Batavica (rosa), Rosa x alba (bianca) e Rosa Gallica semiplena (rossa con striature). Le rose, conservate in un bicchiere berkemeier, sono attorniate da diversi insetti. Questi ultimi e i fiori nascondono significati simbolico-religiosi legati alla transitorietà dell’esistenza e alla Vergine, conosciuta anche come Rosa mistica.
Il tono scuro dello sfondo, la semplicità e verticalità della composizione suggeriscono una datazione intorno al 1610, in una fase precoce della produzione dell’artista.